FREEDOM FOR THE BUDAPEST’S ANTIFASCISTS


L’11 febbraio 2023 a Budapest vengono fermate alcune persone con l’accusa di essere coinvolte a vario titolo nel ferimento di alcuni nazisti. Ad oggi una compagna italiana e un compagno tedesco si trovano ancora in carcere a Budapest accusati di questi fatti.

Gli attacchi contro i neonazisti avvengono durante il fine settimana in cui cade il “Giorno dell’onore” data di rilievo per gli ambienti dell’estrema destra ungherese e di tutta Europa in cui si commemora il massacro di un battaglione nazista da parte dell’Armata Rossa avvenuto nel febbraio del 1944. In questi giorni centinaia di camerati si riuniscono a Budapest per una grande marcia commemorativa e per partecipare a varie iniziative organizzate per l’occasione.

Negli scorsi mesi la detenzione dei due compagni è stata prorogata sulla base di nuovi elementi che di volta in volta venivano forniti dagli inquirenti. Ad oggi le indagini sono ancora aperte e la compagna italiana è accusata del reato di “attacco a un membro della comunità” per due episodi. Il tentativo dell’accusa è quello di aggravare la posizione della compagna giudicando le lesioni subite dai nazisti come potenzialmente letali e provando a sostenere l’esistenza di un’associazione a delinquere tra persone provenienti da Germania e Italia.

Per il compagno tedesco ancora detenuto l’accusa, invece, è fin da subito quella di far parte di questa supposta associazione. La tesi viene rafforzata dal fatto che il compagno è stato indagato assieme ad altri compagni e compagne tedesche per fatti simili a quelli accaduti a Budapest, nel cosiddetto processo antifa-ost. Questo processo, giunto alla sentenza di primo grado il 31 maggio 2023 con la condanna a 5 anni per Lina e altre tre condanne fino ai 3 anni, verte sull’accusa di associazione criminale (§129 articolo codice penale tedesco) finalizzata ad attaccare membri appartenenti all’estrema destra tedesca. Nell’inchiesta vengono messi assieme diversi attacchi contro nazisti avvenuti negli ultimi 5 anni nella Germania dell’est.

È per noi importante sostenere i compagni e le compagne detenute/i e indagate/i e sviluppare un discorso solidale che rivendichi la necessità di organizzarsi per contrastare i fascisti. In un contesto europeo e occidentale attraversato da crisi economiche e sociali sempre più acute, posizioni reazionarie e identitarie sono sdoganate e accettate. La guerra sistemica alle minoranze più povere ed emarginate imposta e nutrita dal capitalismo per la sua sopravvivenza trova la sua espressione più manifesta nelle aggressioni portate avanti da singoli o gruppi di estrema destra. Se per noi ha sempre avuto senso non solo dichiararsi antifascisti e antifasciste ma anche sostenere praticamente questa tensione, oggi ci pare ancora più importante ribadire che agire attivamente per contrastare idee reazionarie e pericolose è impellente e necessario.

Non abbiamo mai creduto alla favola della società pacificata, all’interno della quale ogni opinione è possibile fin tanto che resta all’interno di ciò che è democraticamente accettato e ratificato dalla legge. Sappiamo bene che non è nelle istituzioni statali che troveremo appoggio per arginare queste derive. Il presente che ci si mostra parla chiaro: la violenza statale e istituzionale non ha più bisogno di mascherarsi e si scaglia contro tutto ciò che mette in pericolo la riproduzione stessa di questo sistema.

Per quanto riguarda l’Italia non è certo con l’arrivo del governo Meloni che lo Stato ha cominciato la sua particolare guerra contro i poveri, seppure siano innegabili quanto inaccettabili i passi avanti fatti dall’esecutivo di matrice fascista nella direzione della repressione materiale di individui e gruppi. D’altro canto non si possono dimenticare decenni di discorsi pubblici sul decoro, sulla legalità, l’applicazione di politiche giustizialiste, la terrorizzazione generalizzata e la criminalizzazione delle classi meno abbienti.

Discorsi, portati avanti da destra come da sinistra, che hanno creato un clima non solo adatto alle feroci ristrutturazioni capitalistiche in atto, ma anche al proliferare di un senso comune superficiale e populista. In questo contesto i gruppi organizzati dell’estrema destra, che si occupino direttamente di propagandare idee fasciste o che si infiltrino nella società attraverso associazioni o enti benefiche e solidaristiche, assumono un peso specifico da non sottovalutare.

È proprio quando discorsi populisti e razzisti si diffondono, quando vengono proposte soluzioni semplici e superficiali ai problemi complessi del nostro tempo che queste organizzazioni hanno la possibilità di focalizzare l’attenzione intorno a loro e crescere. È proprio nei nuclei più estremisti e organizzati che si riuniscono, si formano e si concretizzano le idee violente degli assassini fascisti dei nostri giorni, dall’America post Trump fin nelle nostre città. Si contano infatti a decine le aggressioni, gli omicidi e gli attacchi incendiari ai danni di migranti e non solo compiuti da gruppi neonazisti in Grecia, in Germania e in tutta Europa negli ultimi 20 anni.

È importante riconoscere questo pericolo e agire fin da subito per ostacolare questi gruppi. Non lasciargli nessuno spazio. Anche se nelle nostre città le principali formazioni di estrema destra possono sembrare sopite o al momento “poco pericolose”, la sola esistenza di organizzazioni e sedi fasciste è un problema da affrontare attivamente ed eliminare.

E’ importante non solo smascherarli ma anche combatterli concretamente, abbandonando ogni approccio naif che creda nella sola forza delle parole. Certe idee, certi soggetti sono pericolosi e hanno le spalle ben protette, perché inseriti perfettamente nel sistema “democratico” in cui viviamo. Inutile gridare allo scandalo, sempre meno persone si indignano. Inutile rivolgersi allo Stato che oggi come ieri li copre e li legittima. Per questo saremo sempre al fianco di chi decide di agire per arginare i nazisti, di tutti gli antifascisti e le antifasciste imprigionate, innocenti o colpevoli che siano.

Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla compagna e al compagno detenuti a Budapest e a tutti gli inquisiti e inquisite di quest’inchiesta. Se vogliamo vivere in un mondo libero da fascismi e fascisti, sta a noi costruirlo!

Azione Antifascista Milano

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